L'abduction di Travis Walton, avvenuta in Arizona (USA) il 5 novembre 1975.

2 aprile 2013
03/04/2013.





Il caso Travis Walton rappresenta ancora oggi uno dei principali episodi di presunto rapimento alieno o “abduction”. Sia per le modalità che per la natura degli eventi ed il susseguirsi dei fatti, viene considerato fortemente attendibile ancora oggi. La storia “pubblica” di Travis Walton inizia giovedì 5 novembre 1975. Walton si trova nell’Apache Sitegraves National Forest, in Arizona, insieme ai suoi colleghi di lavoro: Ken Peterson, John Goulette, Steve Pierce, Allen Dallis e Dwayne Smith. La squdra di boscaioli è alle dipendenze di Mike Rogers da diversi anni e i ragazzi sono piuttosto affiatati. Rogers aveva spedito il suo staff a svolgere un lavoro commissionato dalla United States Forest, ma per una serie di complicanze i tempi per la realizzazione si allungarono improvvisamente. Per questo motivo si era deciso di allungare i turni di lavoro, dalle 6 del mattino fino al tramonto. La sera del 5 novembre, poco dopo le 18.00, il gruppo di lavoro sale sul camion di Rogers per ritornare al loro paese, Snowflake. Dopo pochi kilometri, davanti al furgone di propaga un’inensa luce attraverso gli alberi generata da un grande disco metallico con una cupola di circa sei metri di larghezza e due metri e mezzo di altezza. Rogers, alla giuda del camion, si ferma ad una trentina di metri dal disco; Travis Walton, come “posseduto”, scende dal veicolo e comincia a correre verso il disco. I suoi compagni, scesi anch’essi dal camion, cominciano a gridare verso Travis, intimandolo a fermarsi. Quando Travis Walton si trova a pochi metri dal disco, esso comincia a produrre un suono progressivamente sempre più forte, simile (secondo le testimonianze) a quello di una turbina. A questo punto, dal disco fuoriesce un fascio di luce blu/verde intenso che colpisce Travis; viene sollevato in aria, compie alcuni giri su se stesso e si distende a terra. A questo punto gli altri del gruppo risalgono sul camion e Mike Rogers, convinto che Travis Walton sia morto, riparte a tutta velocità, allontanandosi dal disco. Dopo alcuni chilometri  probabilmente in preda ad una forma di panico, il mezzo sbanda e i colleghi di Travis decidono di ritornare sul luogo dell’apparizione; il disco però era sparito e con lui anche Travis Walton. Ken Peterson, intorno alle 19.30, decide di chiamare la polizia locale per denunciare la sparizione di Walton. La storia raccontata, naturalmente, rende scettici i poliziotti locali che decidono comunque di iniziare le ricerche dello scomparso. Non trovando nessun tipo di traccia sul luogo dell’avvenimento, la polizia comincia a sospettare del gruppo, pensando ad un omicidio. Contestualmente, la possibilità che Travis Walton si sia allontanato di sua spontanea volontà non viene del tutto scartata, tant'è che la polizia inizia a preoccuparsi delle condizioni dell’uomo, date le rigide temperature notturne e per il fatto che Walton vestiva con jeans ed una maglietta. Il caso di sparizione di Walton diviene ben presto pubblico e molti media arrivano in città per intervistare i protagonisti della vicenda. Naturalmente, a destare la loro attenzione e curiosità c’è il presunto rapimento di Travis Walton da parte di un’astronave aliena.
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Il test della Polizia
Il 10 novembre, cinque giorni dopo la scomparsa, i membri del gruppo di lavoro vengono interrogati dalla polizia e sottoposti alla macchina della verità. Tutti i test (tranne quello di Dallis, che ammise poi di non aver completato il test per non svelare una macchia sulla sua fedina penale) risultano attendibili e, data la mancanza di prove, i sospetti sui membri decadono. La sera stessa, poco prima della mezzanotte, squilla il telefono di Grant Neff, cognato di Travis Walton: “Qui è Travis. Sono in una cabina telefonica alla stazione di Heber, e ho bisogno di aiuto. Venite a prendermi”. Neff pensa subito ad uno scherzo ma poco prima di chiudere la conversazione la voce dall’altra parte della cornetta implora:” Sono io, Grant … sto male, e ho bisogno di aiuto. Vieni a prendermi”. Neff, insieme al fratello di Travis, Duane, si recano al distributore di benzina indicato da Travis e lo trovano semi-incosciente nella cabina telefonica da dove aveva chiamato, vestito come il giorno della scomparsa, dimagrito e con la barba incolta. Durante il tragitto verso casa Travis manifesta agitazione, ansia, dice frasi sconnesse in merito a esseri orribili e non si rende conto del salto temporale, crede di essere stato via per poche ore mentre è trascorsa quasi una settimana. Travis Walton si sottopone ad esami medici che, in un quadro generale normale, riscontrano due anomalie: un piccolo punto rosso presso la piega del gomito destro, compatibile con un’iniezione da ago ipodermico, ma i medici hanno osservato che il punto non era nei pressi di una vena. L’analisi delle urine rivelò mancanza di chetone. Questo è insolito perché, dato che Travis era stato disperso per cinque giorni con poco o nessun alimento, come egli stesso diceva (e come suggerì la sua perdita di peso), il suo corpo avrebbe dovuto cominciare a sciogliere i grassi per sopravvivere e questo avrebbe portato ad alti livelli di chetone nelle urine. Poco tempo dopo si ottiene da Travis il racconto dei suoi ricordi. Sostiene di non ricorda cosa successe dopo esser stato colpito dal fascio di luce. Quando si svegliò, disse di trovarsi su un lettino. Una luce era accesa sopra di lui, e l’aria era pesante e umida. Era nel panico e aveva difficoltà a respirare, ma il suo primo pensiero fu di trovarsi in un ospedale qualunque. Quando tornò in sè, Travis disse di aver realizzato di essere circondato da tre figure, ognuna delle quali indossava una tuta arancione. Le tre figure non erano umane; Travis li descrive come simili ai “Grigi” che si trovano in alcuni racconti di rapimenti alieni: “più bassi di cinque piedi, e avevano la testa calva, senza capelli. Le loro teste erano a cupola, molto larghe. Sembravano dei feti … avevano occhi grandi, enormi quasi tutti marroni, senza la parte bianca. La cosa più spaventosa di quelle creature erano quegli occhi … mi stavano guardando.” Le loro orecchie, naso e bocca “sembravano molto piccole, forse solo perché i loro occhi erano così grandi.” Preoccupato per la sua salute, Travis disse che saltò in piedi e urlò a quelle creature di stargli lontano. Afferrò un cilindro che sembrava di vetro da uno scaffale vicino e cercò di rompere punta per creare un coltello improvvisato, ma l’oggetto sembrava infrangibile, così, cominciò a sventolarlo contro le creature come fosse un’arma. Le tre creature lo lasciarono nella stanza. Lasciò quindi la sua “sala operatoria” e attraversò un corridoio che lo portò in una stanza sferica, con solo una sedia con schienale alto posizionata nel mezzo. Anche se aveva paura che potesse esserci qualcuno seduto sopra, Travis disse che ci camminò intorno. Appena fatto ciò, cominciarono ad apparire delle luci nella stanza. La sedia era vuota, così Travis decise di sedersi. Dopo averlo fatto, la stanza si riempì di luci, simile alle stelle di un planetario. La sedia era attrezzata sul braccio sinistro con una singola leva spessa e corta e con una maniglia stranamente sagomata in cima di qualche materiale marrone scuro. Sul braccio destro, c’era uno schermo illuminato, giallo-verde di circa cinque centimetri quadrati con linee nere che si intersecavano da tutte le angolazioni. Quando Travis tirò la leva, le stelle cominciarono a ruotare lentamente attorno a lui. Quando rilasciò la leva le stelle si fermarono nella posizione in cui si trovavano. Decise di fermarsi poiché non sapeva quello che stava facendo. Si alzò dalla sedia e le stelle scomparvero. Travis pensò di vedere un contorno rettangolare sul muro arrotondato, forse una porta, e andò a cercarla. Solo allora Travis sentì un suono dietro di lui. Si girò aspettandosi una di quelle creature dai grandi occhi, ma fu piacevolmente sorpreso di vedere una figura umana alta di indossare una tuta blu con un casco di vetro. In quel momento, disse Travis, non realizzò quanto fossero grandi gli occhi dell’uomo: più grandi del normale e di un colore oro brillante. Travis disse che fece all'uomo una serie di domande, ma l’uomo gli sorrise e fece segno di seguirlo. Travis disse che, a causa del casco, l’uomo potrebbe non averlo sentito, così egli seguì l’uomo giù per un corridoio che lo portò ad una porta e una rampa ripida verso il basso di una grande sala che Travis descrisse come simile a un hangar di aeromobili. Capì allora che stava uscendo da un mezzo a forma di disco, simile a quello che aveva visto nella foresta, appena prima di essere colpito dalla luce bluastra, ma questo sembrava due volte più grande. Nella grande stanza simile ad un hangar, Travis vide altri mezzi a forma di disco. L’uomo lo portò in un’altra stanza, dove si trovavano altri tre uomini, una donna e due uomini, simili a quello con l’elmetto. Questi altri non indossavano l’elmetto, così Travis cominciò a fargli domande. Risposero con la stesso sorriso ottuso di quello che lo aveva portato lì per il braccio. Una volta seduti al tavolo,Travis vide che la donna teneva un dispositivo simile ad una maschera ad ossigeno, che mise sulla faccia di Travis. Prima di potersi liberare, Travis perse conoscenza. Si svegliò alla stazione di servizio di Heber, in Arizona. Vide un disco alzarsi in volo sopra l’autostrada, quindi raggiunse la cabina e chiamò casa di sua sorella.
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